Foto Gaby J Photography
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Ma la Felicità, esiste davvero? Me lo sono sempre chiesta. Per un buon periodo della mia vita è stata una domanda che mi ponevo in modo ossessivo, dandomi sempre e solo la stessa risposta. No. La Felicità non esiste, è una mera utopia, un'idea mentale creata dall'essere umano per sopravvivere alla crudeltà della vita.
La Felicità è uno stato d'animo, un'idea, un sentimento o che cosa? Ho vissuto un'adolescenza abbastanza tormentata da non trovare una risposta. Fino ad ora. Quando si hanno quindici anni è normale sentirsi talmente potenti − ma in realtà fortemente tormentati − e si vive di talmente alti e bassi che la vita ci risulta un'impresa impossibile. Non che con la crescita questo cambi, la vita rimane pur sempre la cosa più complicata che abbiamo, però cambia il modo di vedere le cose, di percepirle nella mente e nel cuore.
Non mi sento più così potente da cambiare il mondo. Ho capito invece di avere delle insicurezze, dei limiti invalicabili, delle piccole e grandi cose che mi tormentano. Ed ho capito che posso essere Felice.
E' stato un percorso lungo e difficile (non lo dico tanto per...), ma alla fine ce l'ho fatta. Come?
Amando me stessa. Ho capito che io, Ingrid, vengo prima di tutto e di tutti. Ci sono io, i miei bisogni, le mie necessità ed i miei obiettivi. Ci sono io, che ho imparato a non aver più paura delle mie più grandi paure ed a non aver più paura di mostrarmi fragile ed insicura davanti agli altri. Fino a poco tempo fa pensavo davvero di poter spaccare il mondo. Poi un po' la crescita ed un po' le cose della vita mi hanno fatto capire che non è proprio così. Io sono io, con i miei chili in più, con i miei eccessi ed i miei difetti, con le mie ansie, i miei momenti dolci e quelli aggressivi. Sono fatta così, non posso lottare continuamente contro me stessa per essere come gli altri vorrebbero. Ho conosciuto persone che sorridono quando sorrido, che condividono i miei momenti tristi e mi aiutano nelle difficoltà. Sono quelle persone a cui io vado bene così come sono e non hanno la presunzione di cambiarmi. Ho imparato a volermi bene ed a voler bene, prima di tutto, alla parte brutta di me, che c'è come in tutti noi. Oggi mi guardo allo specchio e mi piaccio. Mi piace ciò che vedo, perchè sono bella anche se non sono magra e non indosso minigonne inguinali. Sono bella perchè sono diretta, disponibile, perchè non ho più paura di dire quello che penso e perchè ho tanto da dare e so dare tanto.
Non avendo più paura. Io avevo paura anche della mia ombra e mi nascondevo dietro ad un muro di finta sicurezza, inesistente. Un muro che cadeva ogni sera, quando mi ritrovavo al buio, in camera e da sola e dovevo confrontarmi solo ed esclusivamente con me stessa.
Prefiggendomi degli obiettivi. Non è vero che si può vivere la vita giorno per giorno. E' la più grande bugia che mi sono raccontata negli ultimi anni. Tutti noi abbiamo bisogno di raggiungere qualcosa, di avere un obiettivo. C'è chi come obiettivo ha quello di costruirsi una famiglia, o di partire, o di laurearsi, o di comprarsi una casa. Indifferentemente che cosa, ma qualcosa deve esserci. Magari non grandi cose, si inizia sempre dal piccolo per poi arrivare al grande. Io mi sono imposta di riuscire a laurearmi, poi di andare a vivere da sola e poi vedremo. Una cosa per volta, senza pretendere ciò che mai potrò avere (che ne so, tipo diventare una miliardaria bionda platinata con lo yatch a Montecarlo!).
Apprezzando le piccole cose. Perchè poi, alla fine di tutto, la vita è fatta di questo. Di grandi eventi che mi hanno stravolta ce ne sono stati davvero pochi (in senso positivo, ovviamente). Quindi se rimanevo ancora ferma ad aspettare qualcosa di spettacolare probabilmente sarei diventata uno scheletro. Invece sono le piccole cose, quelle che un po' non mi aspetto o che non mi sono mai soffermata a notare, che mi rendono felice. Le foglie che si colorano di rosso, la magia di un prato immenso o di un cielo stellato, un bacio improvviso, uno sguardo complice, la frase di un'amica o una sua semplice carezza, il sole che sorge, la brezza fresca delle sere di fine estate, la sabbia bollente sotto i piedi, il temporale e l'inquietudine che nasconde, un nuovo paio di scarpe, un libro piacevole, un blog da scrivere, una foto da scattare.
Ed è così che anch'io, e non ci avrei mai creduto, ho raggiunto la tanto agognata pace dei sensi.